domenica 6 febbraio 2011

L’ALTRA VENEZIA / L’ALLEVAMENTO DI ANATRE E ANATROCCOLI SOTTOCASA






L’ALTRA VENEZIA / L’ALLEVAMENTO DI ANATRE E ANATROCCOLI SOTTOCASA

Suppongo che a molti - soprattutto se adusi, come me, a spostarsi in lungo e in largo per Venezia nel corso della giornata - non sia affatto sfuggita la curiosa, inaspettata e sorprendente presenza di anatre domestiche nelle rive e nelle acque dei rii di molte zone periferiche di Venezia - come Santa Marta o Rio Terà dei Pensieri, a esempio, a cui si riferiscono le mie fotografie – a somiglianza di quanto eravamo finora abituati a vedere soltanto nelle isole dell’Estuario.

Portatevi sicuramente da qualcuno - ritenendo di poter senz’altro escludere un loro arrivo affatto casuale e spontaneo - mi domando se ci troviamo di fronte a un improvviso e disinteressato amore per tali volatili, volto unicamente a vivacizzare e rallegrare talune zone neglette di Venezia con la loro gradevole e ornamentale presenza; ovvero, considerata la notoria eccellenza delle loro carni e delle loro uova, a un allevamento in piena regola di essi nient’affatto disinteressato e al fine, quantomeno, di poter imbandire riccamente la propria tavola, pressoché senza spesa alcuna, in occasione di feste e ricorrenze varie? (ENZO PEDROCCO)


LICEO FOSCARINI / UNA FACCIATA INDECOROSA






LICEO FOSCARINI / UNA FACCIATA INDECOROSA

La facciata esterna dell’edificio che ospita il più antico liceo di Venezia e uno dei più antichi d’Italia, il Liceo classico Marco Foscarini, in cui studiarono, fra gli altri, Cesare Musatti(1897-1989) massimo esponente della psicoanalisi italiana; Franco Basaglia(1924-1980) lo psichiatra cui si deve l’introduzione in Italia della legge 180 e la chiusura dei manicomi; e Renato Brunetta (1950), economista e politico, che attualmente ricopre, com’è noto, la carica di Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione.

Un’ ennesima constatazione, desolante e sconcertante, della “prevalenza del cretino” in certe frange o sub-culture giovanili affatto irrispettose della loro città, ma altresì dell’indifferenza e incuria di quanti preposti in vario modo, e a vario titolo, a far sì che siffatte offese arrecate alla città, una volta compiute, non debbano possibilmente fare “bella” mostra di sé anche nei secoli a venire – come c’è il rischio, ahinoi, che avvenga - ma, al più, il tempo necessario per porvi rimedio.

Il quale va assolutamente e prontamente posto e non procrastinato a tempo indeterminato, come in genere avviene, se vogliamo finalmente vivere in una città degna di tale nome e, soprattutto, del suo glorioso e grande passato (ENZO PEDROCCO)