UN PECCATO DI PRESUNZIONE GIOVANILE
Una smodata ed entusiastica ammirazione per fotografi quali R. Doisneau, A. Kertesz, H. C. Bresson e altri cosiddetti maestri dello scatto rubato, nonché il mio immodesto e presuntuoso desiderio di imitarne lo stile, dettato esclusivamente dalla mia giovanile sprovvedutezza, sono all’origine di questa mia vecchia fotografia casualmente ritrovata in questi giorni, riordinando il mio archivio, e scattata, se la memoria non mi inganna, negli anni ’60 del secolo scorso. La cui riuscita inoltre, soprattutto sotto il profilo tecnico, avrebbe forse potuto essere decisamente diversa e migliore, se l’apparecchio fotografico di cui potevo servirmi per scattare le mie foto, e l’attrezzatura e il materiale di cui potevo disporre in camera oscura per lo sviluppo e la stampa di esse, non avessero dovuto fare continuamente i conti con la grama e infelice situazione economica comune un po’ a tutti i giovani di allora, ancora assai lungi dal beneficiare della “paghetta” settimanale, corrisposta dai genitori, dei giovani di oggi.
A ogni modo, venendo a quanto affermato poco più sopra a proposito dei motivi all’origine di questa mia vecchia fotografia, memore dell’ immagine forse più celebre di uno dei fotografi a cui miravo rifarmi e a imitarne lo stile – “Les baiser de l’Hotel de Ville”, del 1950, di R. Doisneau - che raffigura un dolcissimo bacio tra due innamorati di fronte al municipio di Parigi, più che l’intento di denunciare e documentare il comportamento decisamente disinvolto e affatto irrispettoso di Venezia da parte del gruppetto di ragazze e ragazzi sbracati sui masegni di Piazza San Marco, come non avevo esitato a fare in circostanze analoghe, a indurmi a fotografare, nella fattispecie, ricordo che fu invece soltanto il desiderio spasmodico d’immortalare il bacio che due di essi si stavano scambiando, nel vano e illusorio tentativo di emulare il mio celeberrimo mentore con un’immagine che, parafrasando il titolo della sua, avevo in serbo di intitolare… Les baiser de la Place San Marco.
Ma, visto il risultato, dovetti imparare a mie spese che i desideri e i sogni sono una cosa, e la realtà un’altra, la quale se ne infischia il più delle volte di essi.
ENZO PEDROCCO
Una smodata ed entusiastica ammirazione per fotografi quali R. Doisneau, A. Kertesz, H. C. Bresson e altri cosiddetti maestri dello scatto rubato, nonché il mio immodesto e presuntuoso desiderio di imitarne lo stile, dettato esclusivamente dalla mia giovanile sprovvedutezza, sono all’origine di questa mia vecchia fotografia casualmente ritrovata in questi giorni, riordinando il mio archivio, e scattata, se la memoria non mi inganna, negli anni ’60 del secolo scorso. La cui riuscita inoltre, soprattutto sotto il profilo tecnico, avrebbe forse potuto essere decisamente diversa e migliore, se l’apparecchio fotografico di cui potevo servirmi per scattare le mie foto, e l’attrezzatura e il materiale di cui potevo disporre in camera oscura per lo sviluppo e la stampa di esse, non avessero dovuto fare continuamente i conti con la grama e infelice situazione economica comune un po’ a tutti i giovani di allora, ancora assai lungi dal beneficiare della “paghetta” settimanale, corrisposta dai genitori, dei giovani di oggi.
A ogni modo, venendo a quanto affermato poco più sopra a proposito dei motivi all’origine di questa mia vecchia fotografia, memore dell’ immagine forse più celebre di uno dei fotografi a cui miravo rifarmi e a imitarne lo stile – “Les baiser de l’Hotel de Ville”, del 1950, di R. Doisneau - che raffigura un dolcissimo bacio tra due innamorati di fronte al municipio di Parigi, più che l’intento di denunciare e documentare il comportamento decisamente disinvolto e affatto irrispettoso di Venezia da parte del gruppetto di ragazze e ragazzi sbracati sui masegni di Piazza San Marco, come non avevo esitato a fare in circostanze analoghe, a indurmi a fotografare, nella fattispecie, ricordo che fu invece soltanto il desiderio spasmodico d’immortalare il bacio che due di essi si stavano scambiando, nel vano e illusorio tentativo di emulare il mio celeberrimo mentore con un’immagine che, parafrasando il titolo della sua, avevo in serbo di intitolare… Les baiser de la Place San Marco.
Ma, visto il risultato, dovetti imparare a mie spese che i desideri e i sogni sono una cosa, e la realtà un’altra, la quale se ne infischia il più delle volte di essi.
ENZO PEDROCCO
Nessun commento:
Posta un commento